Decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 10 Ottobre 2024: Accoglimento per il Ricorso Abbracciavento (Application no. 58442/09 Giuseppa D’ALBA against Italy)

Siamo orgogliosi di annunciare una nuova vittoria presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) per il ricorso Abbracciavento + 51, rappresentato dall’Avv. Alessandro Savoca di Palermo. La Corte ha accolto le dichiarazioni del Governo italiano, riconoscendo la mancata esecuzione delle decisioni interne “Pinto” e ordinando il pagamento delle somme dovute entro tre mesi.

Importante sottolineare che il Governo ha l’obbligo di eseguire anche le sentenze delle Corti d’Appello, provvisoriamente esecutive, seppur con giudizio di Cassazione pendente. Tale impegno rafforza l’importanza della tutela giuridica anche per le decisioni non ancora definitive

Di seguito il testo della pronuncia

DALBA-AND-OTHERS-v.-ITALY.pdf

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Credito d’Imposta per le Spese Legali in Mediazione: Come Funziona e Come Richiederlo

La mediazione civile e commerciale offre vantaggi non solo per risolvere controversie, ma anche in termini di benefici fiscali. Grazie al credito d’imposta previsto dal Decreto Legislativo 28/2010, chi partecipa a una mediazione obbligatoria o su invito del giudice può recuperare parte delle spese legali. Questo incentivo è rivolto a coloro che sostengono i costi dell’onorario dell’avvocato e le spese di mediazione. Ecco una guida pratica su come ottenere il massimo da questa agevolazione fiscale.

Cos’è il Credito d’Imposta per la Mediazione?

 

Il credito d’imposta per le spese legali in mediazione è un incentivo fiscale che permette alle parti di recuperare parte dei costi sostenuti per il compenso del proprio avvocato. È disponibile sia per mediazioni con esito positivo (accordo) che senza accordo.

Quanto Posso Recuperare?

Mediazione con Accordo: Fino a 600 euro.

Mediazione senza Accordo: Fino a 300 euro.

Massimale Annuale: 2.400 euro per individui e 24.000 euro per aziende.

I crediti possono essere utilizzati in compensazione tramite modello F24.

Chi Può Beneficiare del Credito d’Imposta?

Le persone fisiche e giuridiche che partecipano a una mediazione obbligatoria o demandata dal giudice per controversie civili e commerciali.

Come Richiedere il Credito d’Imposta

1. Compila la Domanda Online: Accedi al portale del Ministero della Giustizia (www.giustizia.it) usando SPID, CIE, o CNS.

2. Dati Richiesti:

Numero del procedimento di mediazione.

Data e importo della fattura dell’avvocato.

Valore della lite.

3. Scadenza: Presenta la domanda entro il 31 marzo dell’anno successivo.

Altri Benefici Fiscali nella Mediazione

Oltre al credito d’imposta per le spese legali, esistono agevolazioni come:

Esenzione da imposte di bollo e diritti per i documenti del procedimento.

Recupero del contributo unificato se la causa si conclude con accordo di conciliazione.

FAQ

 

D: Questo credito si applica anche alla mediazione volontaria?

R: No, il credito è specifico per mediazioni obbligatorie o su invito del giudice.

 

D: Come posso sapere se la mia pratica è idonea?

R: Consulta il tuo avvocato o visita www.giustizia.it per i requisiti specifici.

 

 

 

Conclusione

 

Il credito d’imposta per le spese legali nella mediazione offre un’opportunità per risparmiare sui costi della controversia. Consulta il tuo legale per garantire di soddisfare tutti i requisiti e sfruttare al massimo questa agevolazione fiscale.

Il Ruolo degli Avvocati nella Protezione dei Diritti Umani: Un’Analisi del Sistema della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

Introduzione

Il ruolo degli avvocati nella protezione dei diritti umani è cruciale, soprattutto all’interno della struttura della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Questa istituzione non solo offre un rimedio giuridico ai cittadini dell’Europa, ma rappresenta anche un baluardo contro le violazioni dei diritti fondamentali. Gli avvocati, in questo contesto, svolgono una funzione vitale di advocacy, contribuendo a garantire l’accesso alla giustizia e la difesa delle libertà civili.

Questo articolo esplorerà il contesto dei diritti umani in Europa, il ruolo degli avvocati nella CEDU, l’impatto di casi significativi, la collaborazione con organizzazioni non governative (ONG) e le sfide future che gli avvocati devono affrontare. Analizzeremo, inoltre, come gli avvocati possano migliorare le loro strategie di advocacy e la loro importanza nel panorama giuridico europeo.Read More

La CEDU Condanna l’Italia per violazione della privacy

Il 13 giugno 2024, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che l’Italia ha violato l’Articolo 8 della Convenzione Europea, relativo al diritto alla vita privata, pubblicando online informazioni mediche sensibili di un cittadino in una Sentenza sul sito web della Corte dei Conti. Rappresentato dall’avvocato A. Savoca, il ricorrente, Giuseppe Cracò, ha ottenuto una vittoria significativa in questa causa, evidenziando l’importanza della protezione dei dati personali e della privacy nell’era digitale.

CASE-OF-CRACO-v.-ITALY.pdf

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“Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: Modifiche al Regolamento sulla Ricusazione dei Giudici – Commento a cura dell’Avv. Alessandro Savoca, Avvocato Europeista”

La Corte Europea modifica le regole sulla ricusazione dei giudici
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha pubblicato oggi sul suo sito web una nuova versione del suo regolamento, che include diverse modifiche all’articolo 28 sulla ricusazione dei giudici. Queste modifiche sono state adottate dalla Corte plenaria il 15 dicembre 2023 ed sono entrate in vigore il 22 gennaio 2024. Si inseriscono nel contesto di una serie di riforme procedurali che sono state sottoposte all’esame della Corte plenaria nel 2023.

L’articolo 28 del regolamento della Corte assicura l’attuazione rigorosa del principio di imparzialità giudiziaria, che è cruciale per la difesa dello stato di diritto, la salvaguardia dei diritti umani e una corretta amministrazione della giustizia. La nuova versione ricorda le ragioni per le quali un giudice non può presiedere su un determinato caso e rafforza il nucleo centrale del quadro procedurale che regola la ricusazione dei giudici codificando esplicitamente la pratica esistente secondo cui le parti nel procedimento possono richiedere la ricusazione di un giudice.

L’articolo modificato è accompagnato da un’istruzione pratica sulla ricusazione dei giudici, anche questa pubblicata oggi dal Presidente della Corte. Tale istruzione pratica ha lo scopo di chiarire ulteriormente le procedure previste dall’articolo 28, che garantisce alle parti la possibilità pratica ed effettiva di sollevare qualsiasi questione di imparzialità di un giudice e la procedura da seguire in tali casi. Infine, al fine di garantire la massima trasparenza e accessibilità del processo giudiziario presso la Corte, è ora disponibile sul sito web della Corte un elenco completo delle diverse formazioni giudiziarie operanti in ciascuna delle cinque sezioni, con l’elenco dei giudici unici designati dagli Stati. Le parti potranno quindi identificare più facilmente in anticipo i giudici che presiederanno nelle diverse formazioni della Corte.

Le modifiche all’articolo 28 sono state apportate dopo ampie consultazioni con le parti interessate, in particolare con le Parti contraenti, le organizzazioni con esperienza nella rappresentanza dei ricorrenti e diverse associazioni forensi, che hanno presentato le loro osservazioni scritte.

Il testo integrale delle modifiche all’articolo 28 del regolamento della Corte è disponibile qui.

Le decisioni e le sentenze emesse dalla Corte, nonché ulteriori informazioni su di essa, possono essere consultate su www.echr.coe.int.
Avv.Alessandro Savoca

Protezione dei Diritti Umani in Europa offerto dal Council of Europe HELP

Siamo entusiasti di condividere con te un’opportunità formativa unica offerta dal Council of Europe HELP. Il corso online “Introduzione alla Protezione dei Diritti Umani in Europa – l’Intreccio tra la CEDU e la Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE” è progettato per soddisfare le esigenze di formazione sui temi dei diritti fondamentali nell’ambito della Convenzione Europea dei Diritti Umani, la Carta Sociale Europea e la Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE.A chi è rivolto il corso?Il corso è principalmente dedicato a professionisti del settore legale/giustizia (giudici, pubblici ministeri, avvocati, personale di tribunale), ma può essere estremamente vantaggioso anche per ufficiali giudiziari, notai, mediatori, interpreti e traduttori giuridici, esperti giudiziari, ecc. È inoltre utile per la formazione di decisori politici, istituzioni nazionali per i diritti umani, nonché organizzazioni della società civile, studenti universitari (di legge) o personale dell’UE/Consiglio d’Europa.Il Contributo dell’UE e del Council of EuropeIl corso è stato sviluppato grazie al sostegno istituzionale e finanziario dell’UE (nell’ambito del progetto congiunto “HELP In the EU III”) e al lavoro congiunto di esperti di alto livello provenienti dall’UE, Commissione Europea, Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA), il programma Human Right Education for Legal Professionals (HELP) del Consiglio d’Europa e il Registro della Corte Europea dei Diritti Umani.Presentazione e Accesso al CorsoAbbiamo anche il piacere di condividere con te una recente presentazione realizzata nell’ambito del First Annual CharterXchange organizzato dalla FRA. Puoi trovarla qui. Per accedere direttamente al corso, visita la piattaforma di apprendimento HELP.Successo del CorsoFinora, oltre 800 persone si sono iscritte a questo corso online di 6 ore, e un quarto di loro lo ha completato, ottenendo il proprio attestato digitale di realizzazione individuale.ConcludendoDesideriamo diffondere questo corso il più possibile, poiché lo consideriamo un corso fondamentale per coloro che lavorano per la protezione dei diritti umani in Europa.

Cordiali saluti,

Avv. Alessandro Savoca

(su invito alla diffusione da parte di Eva Pastrana)

Capo della Divisione Formazione Giuridica e dei Diritti Umani

Consiglio d’Europa

DECISIONE DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO DI STRASBURGO DELL’ 08.06.2023 AI SENSI DELL’ ARTICOLO 6 § 1 DELLA CONVENZIONE E DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.1 (VIOLAZIONE O RITARDATA ESECUZIONE DELLE DECISIONI DELLA GIUSTIZIA INTERNA)

Ancora un successo a Strasburgo per 84 dei nostri ricorrenti, i quali avevano presentato ricorsi contro l’Italia, per la mancata esecuzione di una sentenza definitiva di condanna a loro favorevole, perché il Ministero non ha pagato il risarcimento entro il ragionevole termine di sei mesi. Il Governo con la dichiarazione unilaterale ha dunque ammesso la violazione, offrendo una somma di danaro da pagarsi entro tre mesi. Il Governo si è impegnato inoltre, a garantire l’esecuzione delle decisioni dei tribunali nazionali entro il termine di tre mesi. Sia la decisione della giustizia interna, sia quella della corte sovranazionale saranno finalmente rispettate ed entrambe eseguite.

ACANFORA-AND-OTHERS-v.-Italy_omissis.pdf

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